Gestore:
ARCHEA - Archeologia didattica e sperimentale Frazione Podio 69 12041 Bene Vagienna (CN)Orario di apertura:
Il gestore garantisce l’apertura del Museo Civico Archeologico con i seguenti orari:Sabato
dalle ore 14,30 alle ore 18,00 con possibilità di visita guidata gratuita alle ore 15,00Domenica
dalle ore 10,00 alle ore 12,00 con possibilità di visita guidata gratuita alle ore 10,30; dalle ore 14,30 alle ore 18,00 con possibilità di visita guidata gratuita alle ore 15,00. Il gestore inoltre garantisce l’apertura del Museo durante gli altri giorni della settimana, su prenotazione per gruppi composti da almeno 10 persone.
Il Museo Archeologico di Bene Vagienna fu istituito agli inizi del Novecento per volontà di Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta, che individuarono il sito dell’antica Augusta Bagiennorum (attuale piana della Roncaglia) e vi condussero, tra il 1892 e il 1925, una serie di ricerche archeologiche.
Della città romana, fondata dall’imperatore Augusto, probabilmente verso la fine del I secolo a.C., su un fertile altopiano nella media valle del Tanaro, i due studiosi benesi misero in luce i principali edifici pubblici e privati.
Fin dalla sua nascita il Museo ebbe sede nel settecentesco Palazzo Lucerna di Rorà, dove gli venne destinata una piccola sala al piano superiore per riunire i reperti rinvenuti nel corso delle varie indagini da Assandria e Vacchetta.
L’allestimento, che rispecchia i criteri della museografia ottocentesca, è stato conservato come memoria storica anche nel recente restauro.
Alle pareti della Sala Assandria sono murati gli stipiti in marmo che decoravano le porte della scena del teatro, vari elementi architettonici (cornici, capitelli) e mattoni che conservano il marchio del fabbricante, oltre alle epigrafi rinvenute nella città e nel territorio.
Al centro una grande vetrina, su cui poggiano le antefisse a palmetta che decoravano i tetti della basilica civile, ospita i corredi provenienti dalla necropoli meridionale (I secolo d.C.), oltre a documenti materiali quale vasellame fine da mensa e ceramica comune da cucina e da dispensa, anforacei, lucerne, tra cui una in bronzo, pedine da gioco, monete, utensili vari e oggetti di ornamento in metallo, gemme, alcuni esemplari di piccola plastica in marmo e in bronzo, ed elementi di rifinitura degli edifici.
Nelle sale della nuova manica al piano terreno il percorso mussale, introdotto da quattro ciottoli fluviali con iscrizioni (I secolo d.C.) utilizzati come segnacoli di sepolture, è dedicato alla città antica vista attraverso i suoi monumenti pubblici più noti quali l’anfiteatro e il complesso teatrale (I sala), il Foro con il cosiddetto Capitolium e la basilica civile (II sala), e i documenti legati alle tecniche costruttive e alla vita quotidiana (III sala).
Vi sono esposti reperti di varia epoca (I- VIII secolo d.C.) provenienti dagli scavi che la Soprintendenza ha condotto sul sito della città romana e che hanno messo in luce i vari monumenti pubblici, tra cui da ultimo (2001 – 2003) l’anfiteatro. Tra gli oggetti si segnalano il frammento di asta e la voluta in bronzo dorato rinvenuti nel porticato intorno al cosiddetto Capitolium, oltre ai resti della ricca decorazione architettonica (antefisse in terracotta e cornici in marmo di Luni), in parte ricostruita alle pareti.
Alla vita quotidiana si riconduce un gruppo di oggetti rinvenuti nel 1959 nel territorio circostante la città romana, presso Cascina Carabini, dove una necropoli ha restituito vasellame in vetro e in bronzo, terra sigillata, ceramica a pareti sottili, olle in ceramica comune e lucerne.
La ricostruzione nella III sala di una porzione dell’ambiente riscaldato (ipocausto) che Assandria e Vacchetta individuarono nelle terme urbane, propone un’esemplificazione delle tecniche costruttive dei Romani, oltre che dei vari elementi e materiali utilizzati.